Il gelo della Val Venegia

Travolto dall’implacabile voglia di montagna ero indeciso sulla prossima meta fotografica da visitare insieme alla mia compagna di avventure Alessandra.  Il dubbio mi ha pervaso fino all’ultimo, ovvero fino al bivio in Valsugana dove potevo proseguire direzione Seceda (Val Gardena) oppure svoltare a destra prendendo la galleria Arsiè e puntando precisamente alla Val Venegia.
Alla fine ho optato per la Val Venegia e verso le nove eravamo al parcheggio dove iniziano la maggior parte delle escursioni. Appena scesi dalla macchina ci ha pervasi il gelo. La temperatura della macchina segnava -13°c e nonostante la buona attrezzatura, mia e di Alessandra, se si rimaneva fermi qualche minuto il freddo era veramente pungente tanto che la condensa del mio fiato si congelava sulla barba.

Il sentiero si insinuava all’interno del bosco fiancheggiato dal torrente Travignolo, in cui l’acqua, non tutta congelata, scorreva velocemente.  La coltre di neve di all’incirca 30 cm copriva uniformemente tutto il paesaggio e viste le temperature era talmente ghiacciata da poterci camminare anche senza racchette da neve. Il ghiaccio formatosi dalle bassissime temperature formava cristalli di grandi dimensioni che per la loro geometria sono stati d’interesse per qualche scatto.

Dopo una leggera salita, la foresta di abeti e larici si è diradata e ha lasciato spazio alle “dune” di neve. Da qui il panorama si apriva con una vista meravigliosa sulle Pale di San Martino. Per la ricerca dello spot, a mio avviso interessante, ho perso un bel po’ di tempo e alla fine ho optato per la composizione all’interno del torrente. Da qui ho provato un paio di lunghe esposizioni con filtro ND 1000. La posizione del sole era per fortuna laterale così da evitare il controluce diretto e le nuvole presenti formavano scie grazie al loro movimento durante la lunga esposizione. 

Il posto era veramente particolare per la presenza di 3 tipologie diverse di paesaggio: i prati e il torrente coperti dalla neve, la fitta foresta e la catena dolomitica che con la sua forma particolare dominava la valle. Oltre al freddo glaciale verso mezzogiorno si alzò anche un vento gelido che rendeva le condizioni ancor più ostili. Sembrava di essere in Lapponia…mancavano solo le slitte con gli husky :D.

Abbiamo continuato il percorso fino alla Malga Venegiota per poi cominciare il ritorno. 

Cosa dire…questa valle è veramente un posto meraviglioso da consigliare assolutamente anche d’estate visto che si può arrivare agevolmente fino a Baita Segantini dove la vista verso le Pale di San Martino è ancor più interessante. Si può anche valutare un uscita in notturna: Baita Segantini è attrezzata come rifugio per il pernottarmento!

Per ora è tutto.

Alla prossima!

Lorenzo.

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